Il nostro intento è di stabilire e sviluppare il legame tra la nuova tecnica pittorica e le scoperte nel campo scientifico, rappresentate dalla nascita e dalle ricerche della fotografia.
Cercheremo di cogliere gli effetti provocati sulle arti figurative da questo nuovo mezzo di riproduzione fedele della realtà, la cui comparsa accese vivi dibattiti tra critici, fotografi e artisti, alcuni dei quali v'intravidero il rischio di detronizzare la pratica pittorica e di togliere ai pittori la ragione del loro operare.
Non è un caso che la nuova pittura, rappresentata dall'Impressionismo, presenti interessanti innovazioni tecniche e ricerche percettive fondate sul colore e sulla luce, in concomitanza con le nuove scoperte fotografiche, basate, queste ultime, sull'effetto chimico della luce su certe sostanze, con la possibilità di riprodurre gli oggetti su supporti cartacei e tessili, trattati con nitrati e cloruri d'argento, e quindi di catturare e fermare le immagini in un determinato istante.
Ne consegue un particolare interesse da parte degli artisti impressionisti, che si servono di tale tecnica come strumento di studio e di documentazione, già sfruttata, precedentemente, da altri artisti quali J.-A.-D. Ingres, G. Courbet, E. Delacroix e J.-B.-C. Corot, in qualità di bozzetti fotografici usati da modello per realizzare le proprie opere pittoriche.
Vedremo come Monet se ne servirà per fotografare, in diversi momenti della giornata, e quindi di resa dell'atmosfera, la cattedrale di Rouen per la realizzazione dei suoi cinquanta dipinti sul tema; parleremo degli esperimenti di cronofotografia realizzati da Degas per lo studio del movimento delle ballerine da lui ritratte. A tal fine si ricollega la tecnica pittorica sperimentata dagli stessi impressionisti, basata sugli studi della percezione visiva del colore, portati avanti, in quegli anni, dallo scienziato Eugéne Chevreul (1786-1889), che teorizzò la legge del contrasto simultaneo, pubblicando, nel 1838, il trattato De la loi du contraste simultané des couleurs (La legge sul contrasto e sull'accordo dei colori), in base alla quale si creano effetti relativi all'accostamento delle tinte, per cui una campitura sembra modificarsi nel senso del complementare del colore cui è accostata. Ne conseguono diverse scelte metodologiche e tecnico-espressive che vedono gli impressionisti orientati verso una pittura che sfrutta la luce naturale, prediligendo la pittura dal vero, en plein air, permettendo di riprodurre l'impressione immediata e soggettiva, dovuta a ciò che l'occhio percepisce: un insieme di colori che muta col variare delle condizioni di luce. Tale effetto è reso, pittoricamente, attraverso l'uso dei colori complementari e l'abolizione dei toni grigi, per conferire maggior luminosità al quadro, colori stesi con pennellate rapide e dense, fatte di giustapposizioni di rapidi tocchi di colore che diviene l'unico elemento costruttivo della raffigurazione, eliminando il disegno, ed evidenziando la forma con il ricorso alle ombre colorate, senza adoperare il nero, lasciando, per le zone in ombra, gli stessi colori delle zone in luce, con l'aggiunta di forti dominanti blu.
LE COLLEZIONI
http://www.musee-orsay.fr/ORSAY/orsaygb/html.nsf/By+Filename/mosimple+collect+histoire+index?OpenDocument
LA CORRENTE IMPRESSIONISTA
http://it.wikipedia.org/wiki/Impressionismo
http://www.artemotore.com/impressionismo.html
TEORIA DEL COLORE
http://www.diodati.org/scritti/2002/g_colori/index.asp
http://www.triesterivista.it/scuole/percorsi/gaia/arte.htm
LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA
http://www.internetcamera.it/corsi/storica/storica.htm
Felix Nadar -Sara Bernhardt
LA TECNICA PITTORICA e LA PITTURA EN PLEIN AIR
http://www.beniculturalionline.it/index.php?option=com_content&task=view&id=676&Itemid=59